La fotografia può stimolare l'immaginazione di nuovi mondi e nuove soluzioni .
Con riferimento alla pretesa difficoltà di separare la fotografia dalla rappresentazione della realtà, non si può dimenticare che talvolta lo stesso pittore valorizza nell' informale ora macchie, ora screpolature, grumi, muffe, nella rinuncia ad ogni forma tradizionale.
E non a caso Edward Weston fa diventare anche la sabbia un motivo astratto suggerendo le non lontane esperienze di "Action Painting" di Jackson Pollock.
Senza peraltro dimenticare Kandinsky quando afferma che anche la realtà obiettiva si può guardare astrattamente, prescindendo dalla routine quotidiana… e Giorgio Moranti quando suggerisce che "niente è più astratto della realtà".
E con l'arte astratta il cromatismo si svincola dalla dipendenza rispetto alla rappresentazione.
Le immagini si materializzano, prima che per un processo chimico od elettronico, nel crogiolo delle emozioni e dei sentimenti.
Collegare, grazie alla luce, forme e colori in qualcosa di personale, esalta gli oggetti anche più comuni, trasformandoli in più ampie vedute. Perché il colore può essere linguaggio mediante il quale l'occhio parla allo spirito.
L'artista informale, coinvolto in poetiche di non facile e immediata percezione, è un esploratore che spesso cerca una documentazione istantanea ed istintiva con una percezione più umana che meccanica.
Ma forse vale anche nella fotografia la riflessione di Ernst Gombrich che enfatizza le relazioni tra arte e psicologia sottolineando come alcuni aspetti grafici siano capaci di influenzare le modalità di percezione delle immagini.
Forse proprio la fotografia riesce, nell’attimo dello scatto che ferma il tempo, a realizzare il miracolo, così difficile nella quotidiana esistenza umana, di “vivere il presente”.